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La Donna equilibrista: effetti negativi del sovraccarico mentale nelle donne


Katia è una giovane donna, impiegata, moglie e mamma di una bambina di tre anni. Arriva in studio molto curata nell’aspetto, si presenta bene e riferisce da circa un mese vuoti di memoria. Ha già svolto esami medici per escludere la presenza di patologie mediche e dichiara di essere stata inviata dal suo medico curante, il quale ritiene che questi vuoti di memoria siano sintomi psicosomatici.

Indagando nella storia di vita di Katia emerge la figura di quella che io sono solita chiamare “donna equilibrista”: ovvero una donna che, come una bravissima circense, riesce a mantenere un equilibrio su una situazione molto difficile da destreggiare.

La lista della spesa, la scadenza di un pagamento, l’appuntamento con il pediatra, la visita medica da spostare, la riunione di lavoro, la cena da scongelare: sono solo alcune delle innumerevoli informazioni che Katia deve quotidianamente ricordare.

Nel suo difficile ruolo Katia è molto abile, o almeno lo è stata fino a quando il suo corpo, e in particolare la sua mente, ha iniziato a lanciare segnali d’allarme.

Cosa succede ad un computer o a qualsiasi altro dispositivo multimediale con memoria piena? Inizia ad essere lento anche nei processi più semplici fino al punto in cui non è in grado di immagazzinare altre informazioni se non attraverso un preliminare backup.

La stessa cosa accade alla nostra mente, che come un qualsiasi altro elaboratore di informazioni ci invia messaggi chiari: “non c’è più spazio, occorre effettuare una pulizia del dispositivo”.

Negli ultimi anni, il ruolo della donna è cambiato enormemente, ma nonostante la progressiva emancipazione e la riduzione delle differenze di genere nella gestione familiare, ci si aspetta ancora da lei il carico maggiore nella gestione della casa e dei figli con l’aggravante che, mentre in passato la donna era confinata unicamente nelle mura domestiche, oggi la donna è impegnata lavorativamente, spesso anche in ruoli dirigenziali impegnativi.

Nonostante ciò la distribuzione dei compiti nella diade uomo/donna è profondamente disequilibrata a sfavore del sesso femminile.

Il carico mentale inizia ad accumularsi già all’alba al momento del risveglio e finisce per protrarsi nell’arco di tutta la giornata fino al momento dell’addormentamento, contribuendo ad alimentare stanchezza, stress emotivo e fisico.

La mente umana è dotata di un’enorme capacità attentiva che si traduce anche nelle abilità multitasking, ovvero nella capacità di svolgere diverse attività in contemporanea. Tutto questo può, tuttavia, trasformarsi da enorme vantaggio a potenziale fattore stressogeno. Le aspettative e gli standard diventano sempre più alti e irrealistici, anche la tendenza al perfezionismo può contribuire ad alimentare circoli viziosi disfunzionali: devo essere una brava mamma, brava moglie/compagna, tenere la casa sempre in ordine, preparare pasti sani per tutta la famiglia, essere una brava lavoratrice!

Ma qual è il prezzo da pagare per tutto questo? Quali sono le conseguenze che il sovraccarico può avere nella vita di una donna?

Numerose ricerche hanno confermato quanto tutto questo possa condurre ad un vero e proprio esaurimento emotivo: vuoti di memoria, insonnia, stanchezza cronica, irritabilità, difficoltà di concentrazione, ma anche depressione e ansia sono solo alcune delle potenziali conseguenze negative del sovraccarico mentale.

Come fare per ridurre questo rischio? Occorre sicuramente lasciare andare e lasciar fare: lasciare andare le aspettative distorte ed eccessivamente esigenti, lasciar fare agli altri anche se non lo fanno come vorremo, lasciare andare ogni tanto l’immagine di una casa sempre perfetta e di una cena sempre salutare, ma soprattutto concedersi spazi e tempi per rigenerarsi e ricaricare le batterie.

Infine occorre rimodulare e ridistribuire i compiti all’interno dell’ambito familiare, coinvolgendo anche i più piccoli con compiti differenziati e adattati in base all’età. Ricorda che anche il dispositivo multimediale più all’avanguardia ha bisogno di una memoria esterna per immagazzinare tutte le informazioni, allo stesso modo anche Katia è diventata consapevole di quanto avesse bisogno di liberarsi e fare spazio per gestire i suoi vuoti di memoria.


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